Assistenza ambulatoriale e residenziale in cure palliative per i pazienti over 75 e i loro familiari

Settore in cui opera l'ente
Volontariato, filantropia e beneficenza
Città in cui opera l'ente
Bologna
Tipologia ente

Fondazione

Social

IL PROGETTO

Tra il 2019 e il 2020 la Fondazione ha proseguito nel proprio obiettivo di fornire assistenza e accompagnamento dedicati, in regime ambulatoriale e residenziale, ai pazienti di oltre 75 anni di età residenti a Bologna e provincia che si sono affidati alle strutture della Fondazione.
I pazienti – 92 per i servizi ambulatoriali e 51 per i servizi residenziali – sono stati accolti insieme ai loro caregiver pur nei limiti che la pandemia di Covid-19 ha imposto a partire dal mese di marzo 2020. La Fondazione ha scelto di privilegiare per quanto possibile la vicinanza di una persona cara, contingentando in alcuni periodi la presenza ad un solo familiare.
Lavorare in Cure Palliative implica un costante confronto con l’esperienza della malattia inguaribile e con il processo del morire, che non può avvenire senza un significativo coinvolgimento umano, esistenziale, personale e professionale dei diversi operatori, oltre che dei pazienti stessi e dei loro familiari.
A questo processo si è aggiunto in questi mesi un carico ulteriore, dovuto alla necessità di adattare il percorso di cura alle direttive sanitarie, in un momento in cui la prossimità fisica, imprescindibile in cure palliative, diventa rischiosa per tutte le persone coinvolte.
Il lavoro del team multi-professionale ha accompagnato questa “nuova normalità” assecondando le necessarie procedure e modificando i propri comportamenti, con l’obiettivo di continuare a garantire qualità e dignità nei propri servizi di cura.
In un momento così particolare e inedito, i servizi degli Hospice hanno rappresentato per molti pazienti anziani e per i loro familiari una possibilità unica di ricevere accompagnamento professionale e umano in una fase particolarmente delicata della propria vita, impossibile in altre strutture sanitarie residenziali a causa delle enormi difficoltà causate dalla pandemia.

L'IMPATTO DEL PROGETTO

Accanto all'obiettivo primario di presa in carico assistenziale, il progetto si propone di fornire un’assistenza globale, duratura e personalizzata sin dai primi sintomi della malattia, in particolare a quei nuclei familiari - spesso costituiti dal paziente e dal coniuge, anch'esso anziano - che oltre alla fatica derivante dalla diagnosi di una patologia inguaribile si trovano ad affrontare percorsi di presa in carico lunghi e frammentari. Le strutture della Fondazione rispondono così, insieme ai bisogni clinici anche all’affaticamento psicologico ed emotivo, diventando un punto di riferimento unico e rassicurante sia per il paziente che per il caregiver. L'assistenza prosegue anche con il servizio di supporto al lutto, fino a 12 mesi dalla perdita del proprio caro.

TESTIMONIANZE DEI BENEFICIARI

Fuori dalla camera 24 c'è un albero spoglio che sta crescendo. Nei venti giorni trascorsi in quella stanza è stato un silenzioso testimone dei miei momenti di maggior sconforto, ma anche di quelli di grande svago, di studio e di rivelazione che ho avuto insieme alla mia mamma. Abbiamo scoperto che i primi boccioli nascono nella parte più alta dei rami, che è anche la parte più distante dalle radici per poi scendere. Come lui siamo stati bambini e abbiamo avuto bisogno di un sostegno, così come quel legno al suo fianco che ricorda il suo essere stato piccolino e indifeso. Crescendo ha iniziato ad espandere le sue radici, basi per poter essere solido di modo che le tempeste non lo sradichino, sebbene lo pieghino in danze tragicomiche. Ora la primavera lo vestirà a festa e molti troveranno riparo tra le sue chiome e poi passeranno le stagioni. Un giorno avrà di nuovo bisogno di quel sostegno ma ora è ancora davvero molto presto. La natura qui intorno è meravigliosa e così piena di vita.
Giovedi 26 marzo la mia mamma ha smesso di respirare e io avrei voluto dirvi molte cose e abbracciarvi uno ad uno TUTTI, ma non è stato possibile per svariati motivi.
Vorrei dirvi che dietro quelle mascherine mi avete trasmesso davvero tanto con i vostri sguardi: il rispetto per la sofferenza, la delicatezza nelle parole e nei gesti, il disagio per il mancato contatto fisico anche di una carezza dovuto a questo periodo di "isolamento" che a volte vi ha portato a vacillare senza darne mai riscontro a chi stava di fronte, tutto con grande dignità e amore per quello che fate. Occhi che parlano dove la voce non arriva.
Questa grande casa è proprio come un alveare. Permettetemi di immaginarvi come tutte quelle preziosissime api, preziose per ciò che fanno in natura e per ciò che ci regalano. Vi muovete TUTTI all'unisono, ognuno con un compito preciso e un ruolo fondamentale.
La vita mi ha insegnato che saper accompagnare è il dono più prezioso che si possa offrire se riusciamo a guardare oltre la nostra sofferenza e ho ritrovato questo, qui con voi. Il sostegno di quell'albero. Ciò che fate tutti insieme, ma davvero tutti, ha un valore UNICO soprattutto per noi famigliari.
La vita è ciò che accade mentre respiriamo. E la mia mamma ha smesso di respirare serena e senza soffrire.
Monica con Laura