GENITORI E FIGLI DI FRONTE AL FUTURO: consolidare l'esperienza di 6 a Casa e sostenere i familiari nella costruzione di un sereno “dopo di noi”.

Settore in cui opera l'Ente
Educazione, istruzione e formazione
Comune in cui opera l'Ente
Bologna
Crevalcore
San Giovanni in Persiceto
Castel San Pietro Terme
Castel Maggiore
San Giorgio di Piano
San Lazzaro di Savena
Alto Reno Terme
Vergato
Imola
Sasso Marconi
Casalecchio di Reno
Tipologia Ente

Fondazione

Social

IL PROGETTO

A partire da aprile 2023, sei adulti con disabilità intellettiva hanno abitato stabilmente nella casa “6 a Casa”, dando continuità alla sperimentazione abitativa avviata e affrontando il delicato passaggio verso una maggiore autonomia. In questa seconda fase, dal 7° al 18° mese di attività, si è lavorato intensamente per consolidare la convivenza, rafforzare le competenze individuali e di gruppo e strutturare le routine quotidiane. Lo staff operativo – composto da educatori, un collaboratore familiare e volontari – ha garantito una presenza costante e un accompagnamento personalizzato.
Nei primi due anni, particolarmente critici sotto il profilo economico e relazionale, si sono poste le basi per una sostenibilità futura, sia sul piano della gestione economica che su quello della stabilità del gruppo. Grazie al lavoro educativo svolto e alla costruzione di un ambiente inclusivo e stimolante, i sei abitanti hanno potuto sviluppare molte delle competenze necessarie per una vita più indipendente, riducendo progressivamente la necessità di supporto esterno.
Parallelamente, è stato attivato un gruppo di confronto e supporto rivolto alle famiglie dei partecipanti al progetto, con incontri regolari che hanno coinvolto anche altre famiglie interessate al tema dell’abitare “dopo di noi”. Il gruppo si è rivelato uno strumento prezioso per offrire ascolto, condivisione e risposte concrete a dubbi e paure comuni tra i familiari, spesso alle prese con l’incertezza rispetto al futuro dei propri figli o fratelli con disabilità. Questo spazio dedicato ha contribuito a costruire un clima di fiducia, rete e corresponsabilità, facilitando l’adesione e il coinvolgimento attivo delle famiglie nel percorso di autonomia dei propri cari.

"È un’ulteriore conferma che si può fare! Riteniamo che sia un modello replicabile nella relazione tra pubblico, privato e famiglie. I genitori non legano questo passaggio all’aspetto negativo di quando non ci saranno più, ma al progetto di vita del figlio, che vale per tutti i figli, non solo per quelli con disabilità, un futuro che si costruisce insieme, durante."

- Luca Marchi

L'IMPATTO DEL PROGETTO

Il progetto “6 a Casa” ha permesso a sei uomini adulti con disabilità intellettiva di sperimentare una vita il più possibile “normale” e autodeterminata, affrontando concretamente tutti gli aspetti della gestione quotidiana della propria casa e della propria esistenza. I partecipanti hanno potuto cimentarsi con la cura degli spazi comuni, l’organizzazione dei pasti, la gestione del tempo libero e delle relazioni, imparando a conciliare gli impegni personali – come lavoro, attività sociali e legami familiari – con le esigenze e le dinamiche del gruppo di convivenza.
Attraverso interventi educativi mirati, un supporto assistenziale costante e momenti strutturati di rielaborazione, sia individuale che collettiva, i sei abitanti hanno compiuto significativi passi avanti verso l’autonomia. Il percorso è stato costruito su misura, rispettando i tempi e le caratteristiche di ciascuno, e ha prodotto effetti visibili sul piano dell’autostima, della consapevolezza di sé e delle proprie capacità, e della qualità della vita.
Un’attenzione particolare è stata rivolta anche ai familiari, coinvolti in percorsi di confronto e supporto paralleli, che hanno contribuito a generare un cambiamento culturale e relazionale profondo: da una posizione di apprensione e controllo, i genitori e fratelli hanno potuto passare gradualmente a una dimensione di fiducia, accettazione e sostegno autentico all’autonomia dei propri cari.
L’impatto complessivo del progetto si è quindi manifestato su più livelli: individuale, familiare e comunitario, dimostrando come un’esperienza abitativa alternativa, se ben strutturata e accompagnata, possa realmente trasformarsi in un’opportunità di crescita, inclusione e sostenibilità.

TESTIMONIANZE DEI BENEFICIARI

Le riflessioni degli inquilini di “6 a Casa”, Alessandro, Giacomo, Marco, Pino, Tommaso e Federico sono state espresse attraverso poesie e pensieri personali capaci di restituire il senso profondo dell’esperienza abitativa: un percorso di crescita fatto di sfide, nostalgia, condivisione e scoperta reciproca.
Qualche breve estratto:
Alessandro racconta così il passaggio dalla casa d’origine alla nuova convivenza: “Della vecchia casa ho ancora nostalgia, temo quasi di farne una malattia… Ma anche il 6 a Casa mi ha conquistato, nonostante il cammino un po’ travagliato”. Giacomo descrive con ironia e affetto la convivenza come un’avventura condivisa: “Ogni tanto dure parole fanno alzare le pistole, ma sparano solo un polverone… questi cow boy sono una famiglia”. Anche nelle parole semplici di Federico emerge il senso di appartenenza: “È stato bello stare tutti insieme con gli altri ragazzi e aiutarci a vicenda nelle pulizie di casa”. Tommaso riflette sul cambiamento personale: “La mia vita è cambiata. Ma non penso solo a me stesso”. Marco sintetizza così il significato dell’esperienza: “Casa Buganza è VITA!”. E infine, Giuseppe riassume l’intero anno con gratitudine: “È stato un anno bellissimo, con positività e qualche problema da risolvere, come in tutte le case”.