Giù la maschera

Settore in cui opera l'ente
Volontariato, filantropia e beneficenza
Città in cui opera l'ente
Bologna
Tipologia ente

Associazione di volontariato

Social

IL PROGETTO

Consolidamento e ampliamento della rete territoriale. Costruire reti di collaborazioni che sono primariamente reti di relazioni è, da sempre, al centro del lavoro educativo e di comunità dell’oratorio. Questa esigenza è diventata una necessità soprattutto per affrontare il periodo pandemico e post pandemico. Il progetto ha, in questo suo anno di realizzazione, lavorato sia per la costruzione delle collaborazioni territoriali ma, anche, per il ripristino delle azioni comunitarie sul territorio. Con la pandemia molte delle relazioni si erano, infatti spostate on line. Nello specifico la rete è composta da: gruppo Caritas, gruppo Scout Bo 13, GEV - guardie ecologiche volontarie, Biblioteca Cesare Malservisi -Lame, gruppo ciclistiCiclozenit, CVL, Servizi Sociali. Si aggiungono le nuove collaborazioni previste da progetto: l'Istituto comprensivo IC3 e Comitato cittadino Salviamo il Navile, Piccola Famiglia dell’Annunziata di Monte Sole.
Accoglienza e sostegno di un nucleo fragile. É continuata l’accoglienza del nucleo fragile iniziata nel febbraio 2019. Complice sicuramente anche il covid, la situazione del nucleo è decisamente peggiorata. Già dall’estate 2021 il nucleo non ha pagato il simbolico rimborso spese che viene loro richiesto. Inoltre lo stress e l’affaticamento prodotto da una situazione familiare molto faticosa ha provocato nel papà uno stato di costante irascibilità e manie persecutorie. Questo, tempo, ha reso i rapporti con noi parrocchiani e con i Servizi sciali che li seguono estremamente tesi. In più occasioni i Servizi hanno dovuto far intervenire le forze dell’ordine per calmare il soggetto. Con noi volontari che seguiamo la situazione da ormai tre anni e e mezzo i rapporti sono sospesi (per volontà del papà). In parrocchia più volte alcune persone anche di passaggio hanno dovuto chiamare la forza pubblica per sedare liti che il papà aveva acceso. Come volontari continuiamo a seguire la situazione di concerto con i Servizi Sociali (con l’aggiunta del servizio di Tutela minorile). Al momento, è stato assegnato al nucleo un appartamento da parte dei Servizi che però il papà non accetta di occupare.
Adotta Un Nonno alla Beverara. Attività iniziata durante l’emergenza sanitaria, è ormai da due anni e mezzo che due gruppi di adolescenti accompagnati da un’educatrice, con cadenza settimanale, consegnano i beni alimentari della Caritas a persone anziane in forte svantaggio economico e sociale. La consegna avviene raggiungendo le abitazioni a piedi; queste brevi passeggiate sono state uno dei pochi agganci per ragazzi in forte rischio di ritiro sociale. La consegna della spesa è poi un momento di compagnia e socializzazione con le persone anziane che spesso manifestano altri piccoli bisogni (ritiro di farmaci, ritiro di un pacco, accompagnamento ad una visita) che i ragazzi riportano all’interno del gruppo dei volontari parrocchiali e che, fino ad oggi hanno sempre trovato una risposta.
Beverara in festa: Artigiani di pace. Gli eventi mondiali, dalle migrazioni ai conflitti, alle emergenze climatiche hanno sempre trovato un posto nelle riflessioni e azioni dell’Oratorio. Quest’anno, lo scoppio del conflitto ucraino-russo, ha inevitabilmente impattato sia emotivamente che praticamente sulla realtà territoriale. Nel territorio della Beverara, come in molte zone della città metropolitana c’è stata la richiesta di aiuto per famiglie ucraine fuggite, si sono attivate reti di solidarietà. Questo conflitto che probabilmente ci ha scosso tutti perché più vicino e inatteso, è stato lo spunto per una riflessione più articolata e problematizzante su come costruire la pace. Questo tema ha legato la preparazione della festa e del campo Sconfinati ed è stata un’occasione di incontro intergenerazionale e comunitario. La riflessione ha attraversato le differenti attività dell’oratorio; un momento di vera unione è stato l’incontro con Ferruccio Laffi superstite della strage di Monte Sole. L’incontro è stato suddiviso in due momenti. Uno riservato ai ragazzi, e una testimonianza più ampia rivolta alla comunità. I ragazzi hanno cenato con Ferruccio e hanno avuto la possibilità di parlargli, alcuni lo hanno intervistato per la scuola. Questo momento è stato pensato come percorso di preparazione per il Campo Sconfinati e riteniamo sia stato fondamentale per creare il gruppo e per iniziare la riflessione sul tema della pace. Ferruccio è stato molto generoso nel raccontarsi ai ragazzi. Il secondo momento, rivolto alla comunità ha coinvolto anche il regista Lorenzo K. Stanzani con la visione del suo film “1944 il silenzio su Monte Sole” e Gian Luca Luccarini presidente dell’associazione “Vittime eccidi nazi fascisti di Grizzana- Marzabotto”. Questo incontro ha dato l’impronta alla festa di comunità che si è svolta dal 9 al 12 giugno è stata dedicata al tema dei costruttori di pace, riprendendo testimonianze della storia locale. Questa festa ha coinvolto nella sua organizzazione 30 adulti e 10 ragazzi impegnati nel servizio e nella cura degli spazi.

Campo Sconfinati. Ormai da diversi anni, viene proposto alle ragazze e ai ragazzi che frequentano l'oratorio di partecipare al campo scuola “Sconfinati”. Il Campo Sconfinati 2022 ha coinvolto 20 ragazze e ragazzi dagli 11 ai 14 anni di diverse provenienze, 2 adulti volontari addetti alla preparazione dei pasti, 3 educatrici che insieme al parroco hanno strutturato le attività e formatori esterni. Un formatore del Portico della Pace ha coinvolto i ragazzi in percorsi dedicati alla storia dei luoghi in cui eravamo e dei fatti di Monte Sole. La Storia fattasi piccola, nelle narrazioni delle vite spezzate dalla ferocia degli uomini, meglio è riuscita a trasmettere ai ragazzi la dimensione di una violenza che si abbatte senza preavviso sulla quotidianità, che opera senza logiche. Quasi immediato il pensiero a chi oggi, in altre parti del mondo è ancora vittima di questa brutalità. Il formatore dell’associaizone Mani Tese ong ha strutturato delle attività dedicate agli squilibri nord-sud del mondo come relatà di guerra permanente. Una preziosa collaborazione è stata costruita con i Monaci della piccola famiglia dell’Annunziata di Monte Sole che, con la loro presenza e preghiera e con le loro attività, sono l’esempio di una resitenza pacifica e solida che perdura nel tempo. I ragazzi hanno condiviso una settimana immersi nei luoghi di Cerpiano e Monte Sole ripercorrendo le memorie dei fatti violenti che sono accaduti, le storie di chi, negli anni è riuscito a raccontare e a perdonare. Memoria, racconto sono stati al centro delle giornate condivise, e delle riflessioni su come poter costruire la pace allenandosi a scegliere una terza via necessaria che rifiuti la guerra e l'indifferenza e ci ponga di fronte al bisogno di condividere e di andare oltre all'individualismo. Il tema della pace come progetto intenzionale e pratica da perseguire, è stato al centro anche dei momenti di riflessione sulla spiritualità; i ragazzi sono stati stimolati con brani e pensieri sulla pace tratti da differenti culti, a testimonianza che la pace è una esigenza e un bisongo umano trasversale ed universale.
Studiare e crescere insieme. Da ottobre a fine maggio per tre pomeriggi a settimana, si è svolto l’aiuto compiti per ragazze e ragazzi della scuola secondaria di primo grado. Quest’anno è stata ripristina la condivisione dei pasti. I ragazzi, 29 in tutto, suddivisi su tre pomeriggi, sono stati accolti all’uscita da scuola negli spazi dell’oratorio, hanno pranzato e studiato insieme. Il ripristino del pasto è stato molto importante per la socialità dei ragazzi, a turno sono stati coinvolti nella cura degli spazi con azioni di servizio (sparecchio e igienizzazione dei luoghi destinati allo studio). Quest’anno è stato possibile anche accogliere la richiesta di alcune ragazze e ragazzi musulmani che hanno chiesto di continuare a frequentare il doposcuola anche durante il mese di Ramadan. Per loro, è stato pensato uno spazio apposito di raccoglimento durante il pasto, dove hanno potuto svolgere le preghiere e osservare il digiuno, durante l’ora del pasto. È stato attivato un servizio aggiuntivo di preparazione e studio per i ragazzi che dovevano sostenere l’esame conclusivo della scuola secondaria di primo grado. Durante l’anno si sono svolte 2 incontri di monitoraggio con la referente del coordinamento educativa 6-18 del quartiere Navile e si sono mantenuti i contatti e reciproci scambi di informazioni con il Servizio Educativo Scolastico Territoriale del quartiere. All’apertura del servizio di aiuto compiti, il servizio territoriale viene informato e sempre invia dei ragazzi con fragilità nello studio ma soprattutto con bisogno di socializzazione. L’oratorio ha cura di organizzare e richiedere al servizio dei momenti di feedback sui ragazzi inviati, queste occasioni risultano arricchenti e spesso si riesce a venire meglio incontro alle esigenze dei ragazzi e delle loro famiglie. Il servizio di aiuto compiti crea tra i ragazzi un’atmosfera di socializzazione e di condivisione che a volte non riescono ad avere a scuola. Quest’anno, proprio nel clima protetto dei pomeriggi trascorsi insieme, un ragazzo (già al suo secondo anno di frequentazione) ha condiviso dei vissuti di bullismo scolastico. L’oratorio ha informato i servizi educativi che hanno dialogato con la scuola. Ci piace pensare che l’attenzione alle singole storie che poniamo nelle azioni educative, possa contribuire ad individuare delle azioni sostenibili dalle istituzioni. Nel caso specifico di questo ragazzo, abbiamo dialogato con la famiglia e, con qualche insistenza, siamo riusciti a farlo partecipare al campo sconfinati. Durante i giorni trascorsi insieme, il ragazzo ha condiviso i suoi vissuti di bullismo interrogando il gruppo dei pari e gli adulti di riferimento, su come poter rispondere quando la “guerra la portano gli altri contro di te”.

L'esperienza di accoglienza e inclusione della parrocchia San Bartolomeo della Beverara di Bologna

L'esperienza di accoglienza e inclusione della parrocchia San Bartolomeo della Beverara di Bologna

Tè delle donne- Incontro sulle manovre di disostruzione infantile. La pandemia ha sospeso per molto tempo gli incontri del the delle donne ma i contatti e le relazioni sono continuate e ci hanno permesso di organizzare un incontro in sicurezza sulle manovre di disostruzione infantile e altri due momenti all’aperto. Il tema della disostruzione infantile e, in generale, di cosa fare in momenti critici, ha visto una partecipazione numerosa e intergenerazionale. L’incontro ha coinvolto una pediatra e una dottoressa medico rianimatore pediatrico come formatrici, la possibilità di partecipare è stata aperta anche alle famiglie con figli piccoli e ha visto una significativa partecipazione di giovani coppie. È stato un momento di condivisione di esperienze tra le donne che partecipano abitualmente al tè, in maggioranza musulmane, neo genitori e nonne. Con il miglioramento della situazione pandemica abbiamo ripreso gli incontri all’esterno. Questi momenti, che hanno visto sempre la presenza della pediatra, sono state delle occasioni per parlare del malessere e delle difficoltà anche sulla salute fisica, che la pandemia ha indotto. “Intorno ad una tazza di tè si possono dire tante cose” ha sottolineato la pediatra nel servizio di “In cammino” realizzato da Tv2000 proprio sullo spazio dell’oratorio. In questo breve video, pubblicato sulla pagina Facebook della parrocchia "San bartolomeo Della Beverara"le testimonianze di volontarie e partecipanti raccontano il senso del lavoro di tessitura di anni, che raccogliendo il bisogno informativo delle mamme del territorio sulla salute dei figli, è diventato, un’abitudine a raccontarsi e condividere.
Azioni modulate in corso di progetto. Le azioni seguenti nascono in corso di progetto nel momento in cui è apparsa chiara la difficoltà nel periodo post pandemia, da parte dei ragazzi, di vivere momenti di socialità informale, non strutturati. In particolare, il rapporto con le famiglie, ci ha messo in contatto con ragazze e ragazzi molto fragili che avevano difficoltà ad uscire di casa e mostravano i segnali di un progressivo ritiro sociale. - Coloriamo la primavera. Una volontaria che pratica l’hobby della pittura ad acquerello, supportata da altri volontarie e dall’educatrice, ha organizzato due pomeriggi di pittura ad acquerello. L’iniziativa, svolta all’aperto (per mantenere comunque le condizioni di sicurezza sanitaria) ha visto una partecipazione numerosissima (30 ragazze e ragazzi dai 6 agi 13 anni). È stata una delle prime attività di contatto con il territorio per 4 bambini ucraini neoarrivati, segnalati dalla Caritas, che tramite il disegno sono riusciti a viver momenti di socialità con i pari. Volutamente questa attività è stata pensata senza l’obbligo della prenotazione, ma scegliendo una diffusione per passaparola, per valorizzare la relazione diretta come prima linea di coinvolgimento e partecipazione. Due tiri a canestro -Durante la pandemia, gli spazi aperti dell’oratorio sono stati, per motivi di sicurezza sanitaria, poco frequentati. Abbiamo osservato che i numerosi ragazzi e ragazze che abitualmente giocavano in maniera strutturata e non, per molto tempo non sono tornati a frequentarli. Tra questi adolescenti sono stati intercettati alcuni casi di ritiro sociale. Proprio da questa difficoltà di ricomporre una socializzazione informale siamo partiti proponendo dei pomeriggi di basket. Un adulto competente ha guidato i ragazzi e le ragazze nell’apprendere i fondamentali di questo sport. L’insegnamento non ha voluto strutturarsi in tornei o squadre ma ha seguito la libera frequentazione dei ragazzi che via via hanno ripreso, in modo più o meno costate a riabitare il campo dell’oratorio ritrovandosi per fare due tiri a canestro e per stare insieme. Si intende rafforzare questa azione, istituendo un pomeriggio a settimana dedicato al basket, intendendolo, come occasione di mediazione per la socializzazione. Inaugurazione del muro “San Barto”. Durante la pandemia, i ragazzi hanno frequentato un laboratorio di lettering tenuto dall’associazione “Fuori dal Tunnel”. Gli incontri, suddivisi in apprendimento delle tecniche ed esplorazione della città, si sono conclusi con la progettazione e realizzazione dei un murales su un muro della Parrocchia. Il Murales “SAN BARTO” è il primo benvenuto per chi raggiunge la Parrocchia da via Marco Polo, e via della Beverara. I ragazzi hanno raccontato l’oratorio tramite le attività a cui partecipano o che conoscono: i compiti, il tè delle donne, lo sport nel campetto da basket, il mercatino dell’usato, il cibo, gli scout. La realizzazione di questo murales ha coinvolto i ragazzi in giornate di azione civica di pulitura dei muri e degli spazi insieme al comitato di Civicamente e Lame che, insieme ai realizzatori alla biblioteca e alla comunità ha partecipato all’inaugurazione. Il Muro San Barto è una forma di appropriazione e riqualificazione dello spazio limotrofo alla parrocchia che è spesso oggetto di atti di vandalismo e incuria. Coltiviamo la speranza che il muro San Barto sia solo una prima opera contro questo “disamore” dei luoghi che ancora colpisce la comunità.

“Il progetto che ci eravamo proposti, di tentare di riprendere la tessitura delle relazioni sociali che gravitano attorno all’oratorio, ha visto la sorpresa di raccogliere il desiderio e la voglia delle persone di mettersi di nuovo in gioco, anche se in mezzo a titubanze e fragilità. Proposte anche impegnative, come quella del Campo Sconfinati, hanno visto una partecipazione attenta e consapevole. La separazione forzata causata della pandemia e le polemiche vaccinali hanno anche accresciuto le posizioni identitarie generazionali, religiose, culturali; anche la guerra in atto influisce e accentua posizioni pregiudiziali. Nonostante questo, gli eventi organizzati sono riusciti a coinvolgere e a far dialogare, e a creare un clima di sano confronto, o almeno di ascolto partecipe. La varietà delle proposte inserite nel progetto, sia per interessi (ludici, artistici, culturali, sportivi...) che per fasce di età, ha fatto sì che le persone coinvolte siano state le più varie. Posso dichiararmi soddisfatto del progetto, sia come impianto che come realizzazione, e in particolare dei volontari, per la loro competenza e generosità.” Il legale rappresentante Don Gianfranco Mattarelli

- Don Gianfranco Mattarelli, Cristiana Crovetti, Laura Fazi

L'IMPATTO DEL PROGETTO

1) Ricostruire occasioni di socialità tra giovani e adulti 2) Costruire reti di sostegno per persone in svantaggio economico e sociale 3) Incentivare il senso di autoefficacia dei ragazzi con azioni di volontariato