Teatro e Giustizia Minorile 2017/2018

Settore in cui opera l'ente
Arte, attività e beni culturali
Città in cui opera l'ente
Bologna
Tipologia ente

Altre cooperative

Social

IL PROGETTO

Il progetto a cura del Teatro del Pratello Soc. Coop. Sociale si è svolto nell’arco di circa un anno, fino a settembre 2018, e si è articolato tra attività laboratoriali e produzione di spettacoli realizzati con ragazzi detenuti nell’Istituto Penale Minorile di Bologna e ragazzi dell’Area Penale Esterna (con misure alternative alla detenzione) e in attività di educazione alla legalità nelle scuole superiori, anche con momenti di incontro e lavoro comune tra gli studenti e i ragazzi dei Servizi.
La prima fase, da ottobre a dicembre 2017, ha portato alla realizzazione dello spettacolo MERE UBU IMPRESARIA DI TEATRO CARCERE, andato in scena all’Arena del Sole dal 6 a 10 gennaio 2018 , che ha visto sul palco un gruppo di ragazzi in carico ai Servizi di Giustizia Minorile insieme a un gruppo di attrici di Botteghe Molière e alcuni Senior. Nello stesso periodo si sono svolti i laboratori per la produzione del video Panopticon, un documentario che racconta l’incontro tra minori ristretti all’interno dell’Istituto Penale Minorile di Bologna e un gruppo di studenti del Liceo Laura Bassi di Bologna, attraverso un percorso di scrittura e teatro.
L’ultima tappa è stata la realizzazione dello spettacolo BELLINDA E BESTIA., particolarmente significativo perché svoltosi all’interno dell’Istituto Penale Minorile di Bologna per la prima volta dopo alcuni anni.
Per quindici anni infatti (dal 1999 al 2014) a Bologna ogni anno, nel mese di dicembre, 1400 cittadini entravano nel teatro dell’Istituto Penale minorile per assistere allo spettacolo teatrale realizzato dai ragazzi. Dal 2015, nonostante le attività laboratoriali proseguano con costanza, l’evento pubblico è stato sospeso, a causa di problemi di agibilità. Tale sospensione ha comportato la perdita della più importante occasione di incontro tra Istituto Penale Minorile e città che Bologna avesse mai conosciuto.
Con il recente restauro della zona verde del carcere (campo sportivo e giardino) si è creata la possibilità di un’apertura alla cittadinanza in occasione del nuovo spettacolo. Paolo Billi, il regista, ne sottolinea l’importanza: «Riaprire l’istituto alla città è un’occasione nella quale il lavoro fatto dai ragazzi viene presentato a qualcuno permettendo loro di scoprire le loro potenzialità, di tirare fuori qualcosa che hanno dentro. Si possono superare pregiudizi importanti e lo spettacolo stesso, BELLINDA E BESTIA., è un lavoro sui pregiudizi».
Sul palcoscenico dal 5 all’8 settembre 2018 si sono alternate due compagnie: quella dei ragazzi dell’Istituto penale Minorile di Bologna insieme a due studentesse del Liceo Laura Bassi e due attrici di Botteghe Molière, e quella dei ragazzi dell’Area Penale Esterna, insieme ad un gruppo di minori stranieri non accompagnati (inseriti nel sistema SPRAR) e due attrici di Botteghe Molière.
«Lo spettacolo BELLINDA E BESTIA. attinge a diverse fonti, come la fiaba toscana “Bellinda e il Mostro” trascritta da Italo Calvino; altri modelli per la regia sono stati il film di Jean Cocteau del 1946 e l’opera lirica di Philip Glass che riprende quella pellicola – spiega Billi –. Il finale, raccontato da Calvino, è il punto da cui siamo partiti. Bellinda, quando il Mostro si trasforma in principe, dice: “Ma io voglio il Mostro”. È una conclusione contro gli stereotipi del lieto fine, del “vissero felici, contenti e belli”. È l’opposto della chiusa consolatoria del film di Walt Disney».
BELLINDA E BESTIA. è uno spettacolo di teatro/danza in cui la componente visiva ha un ruolo fondamentale nella tessitura complessiva: «È come uno strano film muto dal vivo. Non ci sono parole, ma solo azioni danzate, dietro un velo di tulle su cui vengono proiettate immagini disegnate da una giovane illustratrice, Carmina Melania Tramite. Su quello stesso “schermo” appaiono alcune scritte, come didascalie».

L'IMPATTO DEL PROGETTO

Il progetto ha coinvolto i ragazzi dei servizi in attività quotidiane, sostenendo la loro capacità di lavorare in gruppo, di mettere all’opera le proprie abilità e inclinazioni, di portare a termine un impegno con puntualità e costanza affrontando le difficoltà e l’incontro con il pubblico.
Il progetto è stato un’esperienza formativa anche per i ragazzi dei licei coinvolti, come racconta Elisabetta Gualmini, Vicepresidente e Assessore al Welfare Regione Emilia-Romagna: «Le interviste agli studenti che hanno partecipato agli incontri mettono in risalto il valore formativo e umano dell’esperienza all’interno del carcere minorile del Pratello. La conoscenza reciproca e la collaborazione con i giovani detenuti sembrano aver trasformato gli sguardi e allontanato i pregiudizi. Queste ragazze e questi ragazzi hanno unito due mondi apparentemente distanti e inconciliabili e ci hanno insegnato che è davvero possibile avere altri occhi per vedere i tanti universi che ciascuno di noi vede ed è».

TESTIMONIANZE DEI BENEFICIARI

Giorgia, studentessa del Laura Bassi: «Prima di entrare in carcere avevo una visione molto chiusa. È stata un’esperienza bellissima, perché ho conosciuto ragazzi come noi, e mi sono un po’ immedesimata in loro. Quindi ho cancellato i pregiudizi che avevo prima di entrare. Adesso ho un’immagine che si avvicina di più a un percorso educativo-culturale rispetto a un istituto di pene».

Frammento di Spettacolo Mere Ubu

Frammento di Spettacolo Mere Ubu

Anche Jacopo, studente dell’ISART Arcangeli, ha vissuto lo stesso percorso: «Questa esperienza al carcere del Pratello è stata uno dei progetti migliori di scuola lavoro che io abbia mai fatto. È stato bello lavorare a stretto contatto con i ragazzi del Pratello, conoscerli, parlarci e farci amicizia. Credo che porterò questa esperienza sempre con me come uno splendido ricordo e per ricordarmi di non giudicare senza prima aver conosciuto».