UNA CASA IN SAN DONATO. Convivenza Abitativa protetta rivolta a persone con disabilità grave

Settore in cui opera l'ente
Educazione, istruzione e formazione
Città in cui opera l'ente
Bologna
Crevalcore
San Giovanni in Persiceto
Castel San Pietro Terme
Castel Maggiore
San Giorgio di Piano
San Lazzaro di Savena
Alto Reno Terme
Vergato
Imola
Sasso Marconi
Casalecchio di Reno
Tipologia ente

Fondazione

Social

IL PROGETTO

Che ne sarà di mio figlio quando io non ci sarò più? Quale struttura accoglierà mio figlio? Chi la sceglierà? Sarà adeguata al suo stile di vita attuale?
Sono queste le domande che assillano i genitori delle persone con disabilità, una problematica in continua crescita, sia per le maggiori aspettative di vita (sempre più disabili, infatti, sopravvivono ai genitori), e sia per un ‘nuovo’ approccio che spinge gli stessi genitori a “non accontentarsi di ciò che sarà” ma a chiedere maggiori garanzie sul futuro del proprio congiunto.
L’angoscia del genitore non è data tanto dalla disabilità del figlio, ma piuttosto dalla consapevolezza della propria “indispensabilità”, di non poter mai abbassare la guardia, neppure quando sarà anziano e stanco. È nella natura, invece, delle cose che genitori e figli si allontanino, che progressivamente si creino occasioni di distanza tra loro. Affrontare il “dopo di noi” vuol dire aiutare i genitori ad immaginare questo distacco e a realizzarlo con senso di realtà e con la dovuta gradualità.
Alla luce di queste premesse, dopo oltre dieci anni di sperimentazione di progetti educativi rivolti alle persone con disabilità e alle loro famiglie, la Fondazione Dopo di Noi ha avviato progettualità differenti, declinate verso una efficacia e una qualità sempre maggiori.
Il progetto “Una casa a San Donato” ha spostato la proposta verso persone con disabilità grave, che necessitavano di una presenza tutelare in tutto l’arco delle 24 ore. Un orientamento promosso dalla legge 112 e fortemente innovativo, perché indirizzato a persone per le quali fino a 8/10 anni fa una simile proposta non veniva neppure presa in esame.
Hanno preso forma i Percorsi Educativi Complessi orientati a un lavoro articolato di supporto alla famiglia nei momenti separativi e di potenziamento delle autonomie di base in un quadro di elevata compromissione di abilità cognitive e comportamentali della persona. Da questo tipo di progettualità, con “Una Casa in San Donato” ha preso forma la proposta di una “convivenza abitativa protetta”.
L’appartamento è stato inaugurato nel gennaio del 2020 ed è operativo dal mese di marzo dello stesso anno, si trova a Bologna in Via San Donato 154 al primo piano di una palazzina di pregio e servito da ascensore.
I lavori di ristrutturazione condotti con il contributo della Regione Emilia-Romagna sui fondi della legge 112/2016 hanno permesso di riformulare gli spazi alla luce delle necessità abitative dei conviventi: 4 camere da letto, 2 bagni, una grande zona giorno, un’ampia cucina e due terrazzi.
La Fondazione Carisbo ha supportato le spese di arredo e di parte delle spese di personale per la fase di avvio, la fase più impegnativa e costosa.

Una Casa in San Donato dopo la ristrutturazione

Una casa pronta ad accogliere 5 uomini con disabilità grave

Una Casa in San Donato dopo la ristrutturazione

Una casa pronta ad accogliere 5 uomini con disabilità grave

L’obiettivo, pienamente raggiunto, era quello di costruire un nucleo di convivenza piccolo tra individui che già si conoscevano perché provenienti dai Percorsi Educativi Complessi della Fondazione Dopo di Noi, in un percorso fortemente condiviso con la famiglia e strutturato su routine familiari.

Lo sguardo delle mamme

Permettere ai genitori di guardare con serenità al domani

Lo sguardo delle mamme

Permettere ai genitori di guardare con serenità al domani

"Il progetto è pienamente operativo, il gruppo dei partecipanti è completo i partecipanti e i loro familiari esprimono grande soddisfazione. L’avvio del servizio (marzo 2020) in piena emergenza sanitaria Covid19 ha reso ancora più significativa quella funzione di protezione e di cura che era tra gli obiettivi di “Una Casa in San Donato”: non solo per gli uomini con disabilità che vi abitano, ma anche per i loro familiari anziani, che più volte ci hanno detto “Ero serena perché sapevo che era con voi. Non avrei saputo come fare se lo avessi avuto a casa con me”.

- Luca Marchi

L'IMPATTO DEL PROGETTO

“Una casa a San Donato” ha realizzato un progetto di vita per 5 uomini con disabilità grave, in linea con le indicazioni della legge 112/2016 “dopo di noi” e sta permettendo ad alcune mamme anziane di mettere da parte le angosce che le tormentavano le loro giornate al pensiero di quale sarebbe stato il futuro del figlio.
Ma non basta, perché “Casa San Donato” è stato il primo esempio in città di un nuovo modello di gestione di un progetto residenziale non più legata ad un meccanismo di “retta” che passa dall’ente pubblico a un gestore privato, ma una proposta progettuale che passa attraverso ad un lavoro preliminare con le famiglie interessate, per giungere ad una convivenza condivisa finanziata sia con una quota del partecipante/famiglia e sia con contributi dell’Ente Pubblico allo stesso partecipante a sostegno di progetti di domiciliarità, che diventano un progetto di domiciliarità collettiva promosso e gestito da un soggetto del privato sociale (la Fondazione Dopo di noi) e controllato dall’Ente Pubblico.
La stessa ristrutturazione della casa ha visto la compartecipazione di risorse pubbliche (Fondo strutturale legge Dopo di noi) e di risorse private (Fondazioni bancarie, aziende e cittadini).
I requisiti di partecipazione per i beneficiari al progetto erano stringenti:
· certificazione di disabilità grave ai sensi dell’art.3 com.3 della legge 104;· un solo genitore anziano e/o con patologie rilevanti;· sufficienti capacità di vita di relazione e con margini di acquisizione di piccole autonomie quotidiane” residue.
STRUTTURA ABITATIVA: grande attenzione è stata dedicata anche alla scelta dell’immobile di proprietà di ASP di Bologna, collocato in una zona caratterizzata da alta densità di abitazioni, elevata presenza di servizi e di esercizi commerciali e immediata vicinanza alle principali direttrici del trasporto pubblico. La volontà di avviare il progetto al di fuori di una struttura protetta ha permesso l’inclusione dei partecipanti. Il rapporto con il condominio e con il territorio anzi è uno dei punti forza del progetto: non solo un gruppo di condomini ha partecipato attivamente alla realizzazione dell’inaugurazione, ma alcun di loro oggi collaborano attivamente alle iniziative della casa. Sono state costruite solide relazioni con altri soggetti del quartiere: associazioni culturali, Case di quartiere, associazioni sportive che condividono con la casa alcune loro iniziative.
ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO E PERSONALE COINVOLTO: Il servizio è stato organizzato secondo inserimenti individualizzati improntati alla gradualità, con un’articolazione flessibile nel rispetto dei tempi del singolo, di quelli del gruppo e di quelli dei familiari.
Il gruppo operativo vede l’alternarsi di 2 operatori sociosanitari e 1 educatore con compresenza di due figure operative nel pomeriggio/cena e se necessario, nel primo mattino. Il personale è presente in misura flessibile durante la giornata, secondo i flussi di presenza delle persone nell’appartamento.
È stata garantita la presenza notturna di una figura tutelare e la supervisione quotidiana di un tecnico (coordinatore pedagogico) che cura costantemente l’andamento dei progetti individuali ed è il referente dei rapporti con i familiari e con i servizi territoriali.
IMPATTO SUL BENESSERE PSICOFISICO DEI PARTECIPANTI La convivenza oltre che sul piano emotivo ha contribuito
positivamente anche sul benessere fisico dei partecipanti. I 5 beneficiari hanno manifestato evidenti giovamenti dalla cura riservata nell’alimentazione e negli aspetti assistenziali quotidiani. Si è assistito per ogni singolo partecipante a un miglioramento delle condizioni generali e a un dimagrimento, dovuto alle cure di oss, e assistenti familiari, scrupolosi nel monitoraggio della salute di ognuno di loro.

TESTIMONIANZE DEI BENEFICIARI

Dal semestrale 27 maggio 2021: Titolo: Progettare a casa San Donato

Bisogni assistenziali, inclusione e multidisciplinarità di Tiziana Roppoli coordinatore pedagogico del progetto
“Ogni anno, per ognuno di loro, il gruppo di lavoro si riunisce per redigere un piano assistenziale individualizzato (PAI) al cui centro c’è proprio ogni ospite e la cui personalizzazione permette di conseguire la migliore assistenza possibile. Un vademecum di semplice lettura che contiene le notizie sulla salute, sulle routine quotidiane, sulle preferenzeo sulle prescrizioni alimentari, ma che prende anche in considerazione le capacità consolidate dell’individuo relative all' autonomia, alla comunicazione ed alla socializzazione. Un documento fruibile da tutti affinché sia sempre alto il livello di attenzione sulla prevenzione delle patologie così come sulla qualità della relazione fra pari e con le famiglie coinvolte nel progetto. […]
Casa san Donato vuole essere un luogo di protezione, di cura e di relazione umana di qualità, dove si gode di un ambiente ordinato, pulito e piacevole, dove i pranzi e le cene sono occasioni di scambio e nutrimento (anche emotivo). Un progetto abitativo che si avvale di professionalità dalle competenze diverse, accomunate dalla volontà condivisa di migliorare la qualità della vita dei suoi protagonisti.
T
  • Tiziana Roppoli coordinatore pedagogico del progetto