Astaxantina: un potente antiossidante naturale per prevenire lo sviluppo dell’Alzheimer nella sindrome di Down

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IL PROGETTO

La ricerca finanziata dalla Fondazione Carisbo è stata svolta presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie (DIBINEM) dell’Università degli Studi di Bologna. Obiettivo dello studio è stato valutare l’effetto di un trattamento con Astaxantina, un antiossidante naturale estratto da microalghe marine, su un modello animale di sindrome di Down (SD) con l’intenzione di prevenire la comparsa di una patologia simil-Alzheimer classica dei soggetti con SD e del nostro modello murino, il topo Ts65Dn. Questo modello di SD mostra precoci difetti di sviluppo cerebrale correlati alla triplicazione dei geni presenti sul cromosoma omologo all’umano 21. A questi difetti si associano, con l’avanzamento dell’età, difetti della funzionalità mitocondriale che provoca stress ossidativo a seguito dell’accumulo di radicali liberi con conseguente peggioramento delle capacità cognitive. Per ridurre la comparsa di questi ulteriori difetti abbiamo somministrato per tre mesi Astaxantina attraverso il cibo a partire da 5 mesi di età, prima della comparsa dei difetti legati alla patologia simil-Alzheimer in questi animali. Alla fine del trattamento gli animali sono stati testati per valutare l’effetto dell’Astaxantina sul miglioramento delle capacità cognitive, sulla prevenzione dei danni cellulari legati all’invecchiamento e sul miglioramento della funzionalità mitocondriale particolarmente difettosa in questa condizione.

Lo studio preclinico degli effetti di un trattamento con astaxantina nella patologia di Alzheimer correlata con la sindrome di Down, finanziato dalla Fondazione CARISBO, è l’approccio necessario alla progettazione di nuove potenziali terapie nell’uomo.

- Sandra Guidi

L'IMPATTO DEL PROGETTO

I risultati ottenuti da questa ricerca mostrano che l’Astaxantina è una buona candidata per migliorare alcuni dei difetti dell’invecchiamento che caratterizzano la condizione trisomica. Il trattamento è stato in grado di migliorare la funzionalità mitocondriale andando a ridurre l’accumulo di radicali liberi e di conseguenza lo stress ossidativo cellulare in diverse aree cerebrali del nostro modello. Questi risultati sono stati ottenuti nonostante la difficoltà nell’uso di questo composto che ha mostrato una scarsa biodisponibilità. La sicurezza farmacologica di questa sostanza ci ha però stimolati nella ricerca e nella scoperta di una formulazione che renda totalmente sfruttabili le grandi potenzialità di questo antiossidante. I nostri risultati mostrano che potrebbe essere possibile progettare in futuro un trial clinico che coinvolga adulti con sindrome di Down per testare la capacità di questo antiossidante di ridurre e potenzialmente ritardare la comparsa dei gravi difetti che accompagnano il loro invecchiamento. Questa possibilità potrebbe essere il punto di partenza del lungo tragitto che condurrebbe al miglioramento delle condizioni di vita dei soggetti con sindrome di Down anche in età avanzata. Il raggiungimento di questo obiettivo impatterebbe in maniera molto positiva sul carico delle famiglie, dei care-givers e della società che si occupano di loro.